La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
scialuppa dalla sventolante bandiera, che a loro veniva, tuffando e rituffando le pinne de' suòi dòdici remi. In quella, era il loro destino. E
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i mièi! ... morte a quella gloria di chiome, che mi allacciò, capello a capello! ... morte a quelle labbra bugiarde, di cui ero affamato! Io sazierò
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, perplesso, sostò. Le sue superbie, i giuramenti, i puntigli, gli ritornàvano in folla. Tanto più, che gli occhi di lui aveano in quella incontrato una
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tutta un'annata, non èrano quasi più, parte perdute in un orbìssimo abuso, parte distrutte da quella ferocia stolta, che gode, men del proprio
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corpo. In quella sera, ei centellava il riposo dopo l'onesta fatica, aspirando le pingui àure de' suòi ovili ed il fienoso effluvio delle campagne, seduto
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distrutto ... L'Allegra, scannata ... Fuggiamo! ... salviàmoci alla vittoria - L'altra, che tenèvale dietro a non breve distanza, raggiungèndola in quella
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quella pace era infida come un sorriso di donna. In quella pace si agglomerava la guerra. Forse, que' ferocìssimi non l'avrèbber potuta sopportare
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Tecla, che giunse perfino a toccare del malo esempio che ne trarrèbbero i figli, e da Aronne, il qual prevedeva nella incertezza della Famiglia, quella
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traeva alla spiaggia, fiso ogni sguardo alla rada e ad una balda fregata. Era quella la patria, tanto narrata dai vecchi e tanto dai giòvani udita, la già
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indefinita, vedèndosela allontanare. Ora, in quella nave, in que' palischermi, non iscorgèvan più il mezzo che li avèa tratti alla pena, ma i figli di
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neonato alla natura universa. Forestina ancor non avèa aquistato la propria individualità: l'ànima sua intrecciàvasi a quella degli augellini che
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dell'ànimo, eccitàndovi a galla un orgoglio luciferino, e allora capiva, che la più ardua parte di quella impresa, non era tanto di vìncere Aronne